Il cambiamento è spesso percepito come un evento di “disturbo” e nella maggior parte dei casi con valenza negativa.
Meno frequentemente viene vissuto come momento migliorativo, principalmente perché comporta l’uscita dalla propria comfort zone, il che non è del tutto facile da accettare dalla maggior parte delle persone.
Cambiando ambiente di lavoro o intraprendendo nuove attività si cambia anche la propria quotidianità e, grazie ad alcuni aspetti immediatamente percepibili, ci si accorge se tale cambiamento è avvenuto per il meglio.
Ad esempio: il rapporto che si instaura tra colleghi, i progetti con i quali ci si deve misurare, l’esistenza o meno di una “sana” competizione interna ed infine il supporto fornito da figure senior o di riferimento nella gerarchia aziendale.
Quando ho iniziato a collaborare con Eurogroup, gennaio 2020, mi sono trovato in una realtà di medie dimensioni. Questo tipo di realtà può comportare, nella maggior parte dei casi, due scenari differenti:
Il primo solitamente caratterizzato da gerarchie rigide, strutture verticali dove è non insolito trovare rivalità fra colleghi.
Il secondo, invece, più frequentemente improntato ad ambiente “familiare”, dove normalmente si instaura un rapporto di disponibilità e collaborazione tra colleghi, all’impronta del lavoro di squadra.
Sono trascorsi circa 18 mesi da quando sono entrato a far parte di Eurogroup Consulting e posso affermare con serenità di trovarmi in un ambiente che appartiene alla seconda delle categorie sopra indicate.
Un evento per me significativo è avvenuto quando, pochi mesi dopo la mia assunzione, ho esternato ad uno dei manager presenti in azienda il desiderio di lavorare su progetti a respiro internazionale. La nostra conversazione non è stata formale e non è avvenuta in occasione di un colloquio conoscitivo o di inquadramento, ma in un contesto amichevole: una chiacchera per conoscermi meglio, essendo arrivato da poco.
Sono rimasto positivamente sorpreso quando, qualche mese dopo, lo stesso manager mi ha chiamato per comunicarmi che mi avrebbe coinvolto in un progetto internazionale con il team di Eurogroup Consulting Francia, a supporto di un cliente leader nel proprio settore.
A seguito di quella chiamata mi sono reso conto di essere entrato a far parte di una Società, Eurogroup Consulting Italia, che crede nei propri dipendenti e nelle skills che hanno da offrire, arrivando addirittura ad assegnare progetti importanti anche alle new entries.
Ho scoperto che le richieste e le proposte delle figure più junior vengono concretamente prese in considerazione e, quando possibile, vengono sostenute ed incoraggiate dal management.
Inoltre, ho avuto conferma che i colleghi senior non hanno come unico interesse il raggiungimento dei propri obiettivi: supportano (e sopportano in molti casi!) i junior come vere risorse aziendali e non come “strumenti” necessari per portare a termine le attività.
L’ambiente all’interno di Eurogroup ed i progetti in esecuzione mi consentono di poter definire il footprint aziendale come “Glocal”.
Infatti, in un contesto in cui il core business è improntato sulla realtà italiana, l’approccio è totalmente di stampo globale e la mentalità è aperta al cambiamento.